Negli ultimi anni, l’aumento nell’utilizzo dei dati personali e delle tecnologie digitali ha posto l’accento sulla necessità di proteggere la privacy e di garantire la sicurezza delle informazioni. In risposta a questa sfida, sono state introdotte diverse normative che disciplinano la raccolta, l’elaborazione e la conservazione dei dati personali. Tra queste, la Normativa GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) dell’Unione Europea si è affermata come una delle leggi più influenti e complesse in materia di privacy. Tuttavia vi sono altre diverse normative che tutelano i dati personali degli individui.
L’elenco seguente non ha alcuna pretesa di esaustività e serve solo da indicazione di massima.
I trattati internazionali
Su tutte, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948, che all’art. 12 riconosce il diritto di ogni individuo a non essere soggetto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza.
Anche la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) tutela direttamente il diritto alla privacy. L’art. 8 della CEDU, infatti, disponeva – parafrasando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – il diritto al “rispetto della vita privata e familiare del proprio domicilio e della propria corrispondenza”. Ricordiamo che la CEDU prevede un sistema giuridico di protezione sovranazionale azionabile in via diretta da tutti cittadini dei paesi firmatari.
A questa si aggiunge la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che riconosce un’autonoma tutela alla protezione dei dati di carattere personale all’art. 8, mentre il rispetto della vita privata e della vita familiare è tutelato all’art. 7. In particolare l’art. 8 sancisce il diritto dell’individuo “alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano”, e chiarisce, al successivo paragrafo 3, che “il rispetto di tali regole è soggetto al controllo di un’autorità indipendente”.
La Costituzione
Ricordiamo la famosa pronuncia della Corte di Cassazione che ha individuato “un vero e proprio diritto alla riservatezza, anche al di fuori delle ipotesi espressamente previste dalla legge ordinaria, che va inquadrato nel sistema di tutela costituzionale della persona umana, traendo nella Costituzione il suo fondamento normativo, in particolare nell’art. 2 e nel riconoscimento dei diritti inviolabili della persona.” (Sent. Cass. Sez. III, 9 giugno 1998, n. 5658).
Il GDPR
Il GDPR è entrato in vigore il 25 maggio 2018 ed è applicabile a tutte le organizzazioni che trattano dati personali di cittadini dell’Unione Europea, indipendentemente dalla loro sede o ubicazione. Questa Legge ha introdotto una serie di diritti e obblighi per le organizzazioni, allo scopo di garantire la protezione dei dati personali e promuovere la trasparenza nella gestione delle informazioni:
- Consenso informato: le aziende devono ottenere il consenso esplicito e informato delle persone interessate prima di raccogliere e trattare i loro dati personali. Il consenso deve essere libero, specifico e revocabile in qualsiasi momento.
- Principi di trasparenza e responsabilità: le organizzazioni devono fornire informazioni chiare e facilmente accessibili sulle finalità, la durata e i destinatari del trattamento dei dati personali. Devono inoltre implementare misure di sicurezza adeguate per proteggere tali informazioni.
- Diritti degli interessati: il GDPR rafforza i diritti delle persone interessate, come il diritto all’accesso, alla rettifica, alla cancellazione e alla portabilità dei propri dati personali. Le organizzazioni devono rispettare questi diritti e rispondere alle richieste degli interessati entro tempi definiti.
- Notifica delle violazioni dei dati: in caso di violazione dei dati personali che possa comportare un rischio per i diritti e le libertà delle persone interessate, le organizzazioni devono notificare l’autorità di controllo competente entro 72 ore dall’accertamento della violazione.
- Protezione dei dati fin dalla progettazione e per impostazione predefinita: le organizzazioni devono integrare la protezione dei dati nelle proprie attività fin dall’inizio e garantire che siano adottate misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza appropriato.
Oltre al GDPR esistono inoltre direttive su questioni più circoscritte (es. Direttiva 016/681 in materia di indagini per reati gravi e terrorismo) e diverse decisioni.
La normativa italiana
Il Codice in materia di protezione dei dati personali nella versione modificata dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101.
Altro
Accanto alle normative di carattere tradizionale esistono diverse altre fonti alcune influenti come le linee guida dell’European Data Protection Board, le decisioni dei garanti europei. Altre fonti sono di carattere volontario come l’adesione a Codici di Condotta o standard internazionali.
Implicazioni per le aziende
Il GDPR ha significative implicazioni per le aziende che trattano dati personali. L’adeguamento a questa normativa richiede un’attenta revisione dei processi interni, dei contratti con i fornitori e delle politiche di gestione dei dati. Ecco, di seguito, le principali:
- Maggiori responsabilità: le aziende devono essere consapevoli dei propri obblighi legali e assumersi la responsabilità di proteggere i dati personali dei propri clienti e dipendenti. Devono mettere in atto misure adeguate per prevenire perdite, accessi non autorizzati e violazioni dei dati.
- Sanzioni: il GDPR prevede sanzioni significative in caso di violazione delle disposizioni. Le aziende possono essere soggette a multe fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del loro fatturato annuo globale, a seconda dell’importo maggiore.
- Gestione delle richieste degli interessati: le aziende devono essere in grado di rispondere alle richieste degli interessati in modo tempestivo ed efficiente. Ciò richiede la messa in opera di processi interni per gestire le richieste di accesso, rettifica, cancellazione e portabilità dei dati personali.
- Designazione di un DPO: in molti casi, le aziende sono tenute a designare un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO), che funge da figura di riferimento interna ed esterna per tutte le questioni relative alla protezione dei dati personali. Un DPO è in grado di fornire consulenza specializzata e monitorare l’adeguamento alle normative.
Il GDPR nella formazione dei DPO
Il GDPR rappresenta una pietra miliare nella protezione dei dati personali e ha un impatto significativo sulle aziende che trattano tali dati. Per garantire la conformità e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla gestione dei dati, è essenziale comprendere appieno le implicazioni del GDPR e adottare le misure appropriate.
A tal fine, è altamente consigliato partecipare a corsi di formazione specializzati, come quello offerto per il ruolo di Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) in Videoconferenza. Attraverso tale corso, gli interessati avranno l’opportunità di approfondire le conoscenze sulla normativa, le migliori pratiche di protezione dei dati e il modo in cui garantire la conformità alle disposizioni del GDPR. L’iscrizione al corso offrirà una solida base di conoscenze e competenze per svolgere con successo il ruolo di DPO e affrontare le sfide legate alla protezione dei dati personali nell’era digitale.
In conclusione, il GDPR ha introdotto importanti normative per la protezione dei dati personali, ponendo nuove sfide e responsabilità per le organizzazioni. È fondamentale comprendere appieno le implicazioni di queste normative e adottare misure appropriate per garantire la conformità. L’iscrizione a un corso per DPO rappresenta un passo significativo per acquisire le competenze necessarie a gestire in modo efficace la protezione dei dati personali e adattarsi ai cambiamenti normativi.