Il futuro del lavoro è certamente incerto, ma ci sono delle priorità che possono darci indicazioni e addirittura vere e proprie strade da seguire. Le priorità del mondo dettano infatti le linee guida dei lavori del futuro. Tra queste la sostenibilità è ai primi posti, energia e sostenibilità procedono di pari passo e gli obiettivi del 2030 e del 2050 hanno accelerato negli ultimi anni i cambiamenti in tutti i settori. La sostenibilità rappresenta oggi una leva di business, le aziende che hanno un approccio sostenibile nel proprio modello di business aumentano infatti il proprio valore e i risultati emergono anche a livello finanziario.
La transizione ecologica e la riduzione dell’impatto ambientale è una questione molto complessa che però non può più essere rimandata, a livello mondiale. L’Italia, naturalmente, si sta adeguando, basti pensare che nella classifica 2022 dei lavori in ascesa, basata sui dati linkedin degli ultimi 5 anni, al quinto posto troviamo proprio il Sustainability Manager (o Manager della Sostenibilità).
Cosa fa il Sustainability Manager
Si tratta di una figura manageriale che nasce per sviluppare, implementare, monitorare e aggiornare il piano strategico di sostenibilità dell’organizzazione, nella prospettiva di massimizzare, in un’ottica strategica di lungo periodo, i benefici materiali e immateriali per gli shareholder e le diverse categorie di stakeholder dell’organizzazione. Un profilo che deve avere competenze di project management, tecniche ed economiche, si inserisce generalmente nell’ambito delle consulenze o come presenza strutturale in organico aziendale.
La sua retribuzione media varia dai 30 ai 60 mila euro annui. E’ quindi con piacere che vi presentiamo la nostra proposta formativa, uno dei primi corsi in Italia, erogato in collaborazione con il Dipartimento Memotef della Sapienza Università di Roma, che al superamento dell’esame finale da diritto all’iscrizione all’elenco dei Sustainability Manager presso l’ente certificatore ACS Italia.